comunicato stampa

 

AGENZIA DELLE ENTRATE, POER ANCORA NEL CAOS, UNADIS:

“Basta precarizzazione della dirigenza, vogliamo una soluzione”

 

La scure giudiziaria si abbatte ancora una volta sull’operato dell’Agenzia delle Entrate.

Il TAR Lazio, con sentenza n. 6861 del 30 maggio 2019, ha rimesso alla Corte Costituzionale le disposizioni della Legge di Bilancio per l’anno 2018 con le quali il legislatore aveva ritenuto di apportare una soluzione al vuoto dirigenziale creatosi nelle agenzie fiscali a seguito della sentenza 37/2015 che aveva provocato il declassamento dei dirigenti incaricati.

La soluzione ipotizzata dal legislatore con la creazione delle Posizioni Organizzative (cd. POER) – figure “ibride” caratterizzate da una connotazione spiccatamente dirigenziale nei contenuti, ma formalmente inquadrate nell’area impiegatizia – ha destato gli inevitabili dubbi di costituzionalità più volte rappresentati nelle sedi competenti. I giudici amministrativi hanno rinvenuto possibili contrasti del nuovo impianto organizzativo fiscale con gli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione, così come lamentato nel ricorso introduttivo proposto da altra sigla sindacale.

Unadis non può tacere. Si tratta di un fatto estremamente importante e delicato: sull’operazione che aveva portato al dimezzamento della classe dirigente fiscale, già precarizzata, ed alla creazione di nuove figure surrogatorie questo sindacato della dirigenza aveva fin dall’inizio mostrato fortissime perplessità che erano state anche formalizzate al tavolo sindacale.

Unadis, rimasta inascoltata, era stata costretta ad adire anch’essa il TAR Lazio su tale questione. Ed il ricorso, ancora in attesa di trattazione nel merito, ha individuato non soltanto le lesioni costituzionali ipotizzate nel ricorso che oggi ha portato alla rimessione alla Consulta: sono stati rinvenuti, dai legali di questa organizzazione, insanabili contrasti, oltre quelli sopra indicati, anche con i principi costituzionali in materia di contenuto della Legge di Bilancio (art. 81), tutela del lavoro (art. 35), diritto alla giusta retribuzione (art. 36), libertà sindacale (art. 39), rispetto degli obblighi internazionali (artt. 10, 11, e 117). Di tutte queste ulteriori doglianze non potrà non tenerne conto la Corte Costituzionale ora investita del giudizio di legittimità; e non necessitano doti di chiaroveggenza per immaginare gli esiti.

Insomma, ancora una volta nell’Agenzia delle Entrate viene mortificata la dirigenza, viene creata una nuova classe dirigente già “delegittimata in pectore” e non si riesce a realizzare un quadro chiaro e solido di progressione della carriera dei lavoratori del fisco i quali vengono così privati di alcuni diritti fondamentali ed irrinunciabili. Chi pagherà per tutto questo?

Sul piano delle modalità  di selezione dei dirigenti questo sindacato ha sempre, e con forza, ribadito la necessità  di concorsi pubblici che assicurino selezioni di merito trasparenti ma ciò  non può  e non deve ritorcersi contro le PERSONE, contro i singoli che quelle funzioni hanno di fatto svolto per decenni in forza di contratti individuali a termine che ne hanno e continuano a mortificare la dignità  personale e professionale.

Si dovrà attendere ancora molto per poter avere alla guida della macchina fiscale una classe dirigente completa, legittimata e messa in condizione di poter adempiere ai propri compiti così importanti per l’intero sistema Paese?

 

Ufficio stampa Unadis

Angela Corica