“TANTI AUGURI SCOMODI e CONTRADDITTORI”, con don Tonino Bello e Ungaretti.
Cosí scriveva don Tonino Bello circa 20 anni fa: “Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’idea che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
…. (Possiate avere) la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi si conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio…
…. il guanciale del vostro letto (sia) duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato o a un povero di passaggio….
…. (possiate sentirvi) dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate….”
Scriveva Ungaretti nel 1918: “Viviamo nella contraddizione. […] Posso essere un rivoltoso, ma non amo la guerra. Sono, anzi, un uomo della pace. Non l’amavo neanche allora, ma pareva che la guerra s’imponesse per eliminare finalmente la guerra. Erano bubbole, ma gli uomini a volte s’illudono e si mettono in fila dietro alla bubbole”.
Ho scelto di condividere con voi, cari amici e colleghi, questi due pensieri per augurarvi un MERAVIGLIOSO 2019.
Transitare da un anno all’altro, segna uno spazio di chiusura e di un nuovo inizio.
È un momento di bilanci.
UNADIS si chiede, come tutti: cosa lasciamo nel 2018 e cosa ci portiamo nel 2019?
Non abbiamo rinnovato il CCNL della dirigenza, che da oltre 9 anni aspettiamo, e il quadriennio contrattuale pare essersi chiuso infruttuoso per noi, con una frattura rispetto ai nostri collaboratori che hanno il nuovo contratto dallo scorso dicembre 2017.
Sembra aver subito una battuta d’arresto il progetto di ricondurre ad unità la classe dirigente pubblica del Paese, perché egoismi e particolarismi e opzioni partitiche (non politiche) hanno condizionato negativamente il percorso.
L’attacco alla dirigenza pubblica ci ha costretti ad impugnare il taglio dei posti nelle Agenzie Fiscali, e azioni analoghe chiederà per i colleghi del Ministero della salute e dell’Aifa. E quotidianamente siamo stati costretti a ricordare il necessario rispetto della legge nell’azione amministrativa, nella gestione degli interpelli dirigenziali – specie in PCM, ma anche al MEF. E nemmeno siamo riusciti a far comprendere la distinzione tra gli idonei delle graduatorie dei dirigenti degli ultimi 10 anni rispetto agli altri. Anche il mancato ri-avvio di strumenti di adeguamento delle pensioni (non d’oro, ma tutte) dei colleghi dirigenti, ormai bloccati da anni, è stato un brutto colpo, a chiusura del 2018.
Ci portiamo, tuttavia, nel 2019, tante azioni e persone positive, gratitudine e una speranza.
La Pubblica Amministrazione – per cui spendiamo la vita ogni giorno, con ruoli di responsabilità gravosi – è tornata al centro del dibattito in maniera positiva e tutti, politici e amministratori, media e cittadini ne ammettono il ruolo essenziale per rilanciare il Paese. Nuove assunzioni sono riconosciute necessarie e programmate (pur con qualche slittamento temporale) e per ottenere maggiori livelli di efficienza si stanno introducendo importanti strumenti di selezione, valutazione e controllo.
L’avvio delle trattative per il rinnovo del Contratto collettivo, a partire dallo scorso maggio, ci ha permesso di affermare la centralità e la specificità della dirigenza nella gestione della macchina pubblica. Ma anche di allacciare legami forti con un sindacalismo buono e sano, che ha a cuore la tutela del lavoratore e del contesto in cui lavora, in una visione di bene comune e interesse generale. Abbiamo avuto incontri e audizioni importanti, e siamo riusciti a fare proposte anche di ridisegno della P.A. tutta, in un quadro di valorizzazione – in diversi, appositi, comparti – di tutte le alte professionalità in essa operanti, a vario livello.
La presenza di UNADIS sui luoghi di lavoro ha evitato tante ingiustizie e mediato tante situazioni critiche, perché UNADIS gode di sempre maggiore autorevolezza.
Dico grazie per tutto questo, in particolare, ad una grande segreteria nazionale di UNADIS, dove tutti e ciascuno siamo impegnati con intelligenza e strenuamente, ogni giorno: grazie a Francesca, Paolo, Alfredo, Floriano, Franco, Mariano, Tina e Antonio, Guglielmo, Stefano, e, specialmente, ad Ortensia e Angela. E a Federica, Alessandra e Clara.
Speriamo di crescere: l’orizzonte ideale resta quello di una forte UNIONE NAZIONALE dei dirigenti tutti.
Speriamo che nel 2019 cresca la consapevolezza
-che uniti si è più forti;
-che l’adesione al sindacato dei dirigenti è strumento imprescindibile per promuovere e tutelare i valori che ispirano il nostro lavoro quotidiano;
-che perseguire la maggiore unità sindacale possibile tra le sigle è un dovere di tutti noi che facciamo sindacato, per rispetto ai nostri iscritti;
-che con la politica non c’è mai contrapposizione, ma una distinzione di ruoli per collaborare, al fine di rendere lo Stato il migliore alleato dei cittadini.
Vigileremo perché si rispetti sempre chi siamo – dirigenti pubblici competenti e imparziali al servizio della Nazione – e perché sia adeguato al nostro ruolo il nostro trattamento giuridico ed economico.
Abbiamo certezza che l’unità ci dia maggiore forza. E che aumenti l’ascolto delle nostre istanze, che sono funzionali a migliorare il Paese.
Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
Per dire, insieme, nel nuovo anno: M’ILLUMINO D’IMMENSO!
IL SEGRETARIO GENERALE UNADIS
BARBARA CASAGRANDE