La CIDA UNADIS ha preso atto che, nonostante le numerose e reiterate iniziative sindacali poste in essere e realizzate da CIDA UNADIS stessa, è imminente la conversione in legge del D. L. 31.05.2010 n. 78 e delle specifiche disposizioni dettate in materia di contenimento della spesa pubblica nel settore del pubblico impiego (art. 9).
Il sindacato CIDA UNADIS, sindacato dei Dirigenti dello Stato, degli Organi Costituzionali, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e delle Agenzie, ha operato per due mesi con numerose azioni a tutela delle categorie rappresentate (richieste di incontri, manifestazione al teatro Fellini, proclamazione dello stato di agitazione, sciopero, manifestazione in piazza Montecitorio) volte a contrastare la conversione in legge del D. L. 31.05.2010 n. 78, facendosi, al contempo, promotore di proposte emendative e correttive del medesimo.
Da ultimo, anche ieri, la CIDA UNADIS ha invitato ulteriormente il Presidente del Consiglio dei Ministri, lAran e il Ministro della Funzione Pubblica ad avviare ogni azione opportuna e necessaria a far emendare e/o modificare, in sede di conversione in legge, il testo del decreto.
Non vogliamo sottrarci al nostro doveroso contributo al risanamento: abbiamo presentato come sapete proposte per misure alternative di carattere selettivo e strutturale, volte ad arginare la crisi del Paese. Abbiamo segnalato ipotesi diverse a stessi soldi e stessi saldi.
Di fronte al rifiuto di prendere in considerazione le richieste e proposte alternative avanzate sinora, siamo costretti a reagire alla delegittimazione dellintero sistema pubblico, al blocco dei contratti 2010-2012, al blocco delle promozioni e delle progressioni, alla fine della meritocrazia, alla reformatio in peius, non solo delle retribuzioni, ma, soprattutto del ruolo e del valore delle funzioni dirigenziale nella PA.
Nellatto allegato, redatto su nostro incarico dallo studio dellAvv. Prof. Fabio Francario, si rappresenta che, in difetto, il Sindacato CIDA Unadis si vedrà, suo malgrado, costretto ad agire con le opportuni azioni giudiziarie al fine di far dichiarare lillegittimità costituzionale delle disposizioni soprarichiamate nel corpo del decreto.