COMUNICATO GIUSTIZIA
2 FEBBRAIO 2018
Sta diventando non più accettabile la condizione vissuta dai circa 250 dirigenti amministrativi del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria del Ministero della Giustizia:
Chiuso l’avvio dell’anno giudiziario, come di consueto inaugurato con liturgie sempre più curate e sostanze sempre più tralasciate, la “giustizia” italiana riprende in suo cammino, mostrando purtroppo le proprie inefficienze, dovute anche al non corretto utilizzo della dirigenza amministrativa che opera affianco ai magistrati.
Tanti sono i problemi che affliggono la categoria, a partire da una generale e pressoché totale lateralizzazione degli stessi dalla dinamica organizzativa di vertice -ai quali posti sono tralatiziamente collocati solo magistrati sottratti alle aule di giustizia-, per finire alla poco efficace organizzazione degli uffici giudiziari dove lo stesso dirigente viene regolarmente sopraffatto dalla componente togata per compiti prettamente amministrativi, nonostante la legge disponga altro, .
A tale sconfortante stato di cose oggi si aggiunge la lesione dei diritti retributivi dei medesimi dirigenti ai quali il Ministero non paga la retribuzione di risultato: l’ultimo emolumento corrisposto risale addirittura al 2012!
Anni di ingiustificabili ritardi che non fanno rumore unicamente perché colpiscono una categoria seria e dotata di grande pazienza.
L’inaccettabilità della situazione imporrà clamorose iniziative visto che le molteplici diffide promosse non hanno conseguito il risultato sperato.
La politica dal canto suo, non potrà non occuparsi in profondità di questo problema e dei tanti altri che mortificano la categoria ormai non più disposta ad accettare il non riconoscimento del ruolo, sotto ogni punto di vista.