Il 20 febbraio l’ISTAT ha messo in rete un nuovo sistema informativo statistico sulla PA.

Una prima lettura dei dati rileva che nella PA le operazioni di “dimagrimento” procedono da oltre 10 anni.
E che siamo tra i piú virtuosi di Europa.

In Italia nel 2008 il settore pubblico rappresenta il 14,4 per cento della forza lavoro impiegata, con una dinamica in costante calo fin dal 1990. Le unità di lavoratori delle Pubbliche Amministrazioni sono scese dal 1990 al 2011 da 3.792.000 a 3.434.000, con un taglio di oltre 350 mila unità; percentualmente, è scesa del 13% la forza lavoro nelle Pubbliche Amministrazioni dal 1990 al 2011. L’ITALIA NEL CONTESTO EUROPEO
Nel 2008, il peso occupazionale del settore pubblico è del 20 per cento nel complesso dei paesi dell’Unione europea e risulta in calo di 1,7 punti percentuali rispetto al 2000. L’Italia, con il 14,4 per cento, si colloca al ventitreesimo posto della graduatoria europea, poco al di sopra della Germania.

Tra il 2000 e il 2008 si rileva una diminuzione dello 0,8 per cento delle unità di lavoro delle Amministrazioni pubbliche, mentre la riduzione rispetto all’inizio degli anni Novanta (-4,8 per cento) è ancora più consistente.

La Spesa delle Amministrazioni Pubbliche per i servizi generali, la difesa, l’ordine pubblico e la sicurezza, in rapporto al Pil, nel 2011, è pari al 12,6%.

Il rapporto tra la spesa totale consolidata delle Amministrazioni pubbliche per funzione di spesa in riferimento al PIL negli anni 1990 – 2011 supera il 50%, ma il dato ha visto una importante flessione: l’incidenza di spesa per la PA sul PIL nel 1992 era del 55,3% , mentre nel 2011 siamo scesi al 50,7%. All’interno di detto 50,7% si osserva che è fortemente diminuita la percentuale di spesa per servizi generali (da 12,7 a 8,9) e per l’istruzione (da 5,3 a 4,2) mentre è aumentata quella della Sanità da 6,2 a 7,4 e della Protezione sociale da 16,1 a 20,5.

Nello stesso periodo, i servizi ai cittadini sono stati ugualmente resi, con picchi di eccellenza, di informatizzazione, di e-government prima nemmeno ipotizzabili.

Con sempre meno addetti, e incidendo sempre meno sul rapporto spesa/PIL, la PA continua ad esistere e a produrre: scuola, sanità, fisco, ordine pubblico, giustizia, etc

Dagli schieramenti politici vi è stato poco spazio per il pubblico impiego, in campagna elettorale.
E sono trapelate solo ipotesi di ulteriori tagli alle retribuzioni dei dipendenti pubblici, nonché tagli di uffici e strutture: si persiste, come purtroppo spesso negli ultimi tempi, nel dare in pasto ai cittadini una visione della PA distorta, come se fosse inutile e gravosa.
E si forniscono dati scorretti, parziali e strumentali ad alimentare il pregiudizio contro lo Stato e i suoi servitori.

ULTERIORI TAGLI IMPEDIRANNO DI FORNIRE SERVIZI.
E CI RENDEREBBERO RIDICOLI IN EUROPA, DOVE GIA’ SIAMO IL PAESE CON MENO UNITA’ LAVORO PUBBLICHE, E CON MENO INCIDENZA DI SPESA PER LA PA SUL PIL.

Vai al link:
http://www.istat.it/it/pubblica-amministrazione

Vedi le prime riflessioni del Segretario generale in materia:
LA PA ITALIANA E’ SNELLA