SIAMO CONFEDERAZIONE!
L’Aran ci ha riconosciuti!
Unadis è cresciuta nei numeri e nella rappresentatività. E si è costituita anche in una propria autonoma CONFEDERAZIONE, con titolarità in due Aree di Contrattazione della Dirigenza, Funzioni Centrali e Presidenza del Consiglio dei Ministri: la CONFDAS.
Abbiamo la ulteriore possibilità di aprirci ancora di più, all’associazionismo, alle realtà che aggregano le intelligenze dello Stato e i suoi manager.
Unadis ha iniziato ad incontrare i colleghi sui territori, aumentando la rete e la forza aggregatrice e di tutela anche a livello regionale. E i primi incontri con i vertici di tutti i Dicasteri e Agenzie del nuovo Governo hanno confermato l’interesse per le questioni che sono un nostro cavallo di battaglia: merito, imparzialità, selezioni comparative, equa valutazione, formazione e aggiornamento professionale, giusta retribuzione, eliminazione della giungla retributiva, valorizzazione dei percorsi di carriera, tutele.
Un anno di successi e trionfi, dunque, quello appena passato? In parte, certamente sì. Ma resta molto da fare: le istanze sindacali che presentiamo e che vengono apprezzate a parole dovranno essere accolte in provvedimenti di legge, per diventare realtà.
L’iniziativa di “UNADIS INCONTRA …” dovrà proseguire capillarmente per dare abbondanti frutti.
Ma, soprattutto, dobbiamo riconoscere che è stato un anno durissimo per il contesto complessivo in cui siamo immersi come cittadini, prima che come dirigenti pubblici. Una guerra in Europa, una crisi energetica e dei materiali, l’inflazione, i gravi effetti del cambiamento climatico e tanti rigurgiti, nel mondo, di oscurantismo rispetto a diritti dati per acquisiti, per uomini e donne, dalla istruzione alla libertà di parola.
Condivido con voi alcune delle parole del Prof. Leonardo Becchetti nell’editoriale “Via da questa Permacrisis” (in allegato per chi vuole leggere per intero):
“Non è un caso che proprio in questi ultimi tempi sia stata coniata la parola permacrisis per indicare uno stato di crisi permanente. Il tempo delle crisi, straordinariamente creativo, è kairos (opportunità) più che kronos (scorrere monotono e sempre uguale degli istanti) che ci induce (anche per spirito di sopravvivenza) a ripensare la nostra vita.
I guasti principali sono essenzialmente due.
Il primo è la confusione del benessere e del benvivere con il surplus del consumatore.
Il secondo guasto è il focus quasi esclusivo sulla produttività e sull’efficienza che vuol dire, semplificando, produrre più beni e servizi in meno tempo.
La nostra civiltà è nel bene e nel male frutto di questi due errori. Viviamo nel paradiso dei consumatori sommersi da beni di ogni genere e tipo, spesso disponibili a costi molto contenuti, anche se l’inflazione oggi sembra suggerire il contrario almeno nel breve termine. Ma spesso dietro il consumatore esaltato non c’è solo innovazione e progresso, ma c’è anche il lavoratore mortificato e sfruttato (soprattutto nei lavori a bassa qualifica) e l’ecosistema a rischio.
Se siamo consapevoli del problema, possiamo risolverlo. Per farlo dobbiamo arricchire di significato la vita delle imprese (cosa che sta lentamente accadendo nel fiorire della biodiversità delle organizzazioni che non mettono più al centro il massimo profitto realizzato non-importa-come) e cambiare gli indicatori di benessere che orientano la nostra marcia.
La chiave perché il percorso sia condiviso e dunque abbia successo è però nella capacità di mobilitare e attivare i cittadini in percorsi di partecipazione e cittadinanza attiva distogliendoli da circoli viziosi e perniciosi di tiro al bersaglio in quelle gogne mediatiche in cui si trasformano troppo spesso i social media. I percorsi più volte segnalati del consumo e risparmio responsabile, delle comunità energetiche rinnovabili e dell’amministrazione condivisa sono alcune delle opportunità più promettenti in tale direzione. Costruire su queste basi un’economia e una società civili vuol dire in fondo piegare la potenza incredibile di questa macchina correggendone i guasti ed orientandola nella direzione del bene comune.”
L’augurio è che noi dirigenti pubblici sappiamo guidare nel nuovo anno – il primo di una nuova legislatura – la Pubblica Amministrazione, con atti di gestione improntati a tutto questo, uniti, sereni, consapevoli.
Ci aspetta un Congresso nella ricorrenza dei 30 anni di decreto legislativo 29/93…e non solo!
BUON 2023!
Il Segretario Generale Unadis
Barbara Casagrande