Al Lavoro e Politiche Sociali
Riorganizzazione in conflitto con il “piano industriale”
Taglio di uffici operativi e aumento di quelli logistici e strumentali

Firenze, 15 maggio 2010
Lo scorso 11 maggio i massimi Vertici amministrativi hanno presentato alle OOSS del Personale l’ultimo progetto per la riorganizzazione degli uffici del centro e del territorio, uno schema di DPR su come si pensa che dovrà essere l’Amministrazione Lavoro e Politiche Sociali nell’immediato futuro.
Speravamo in un provvedimento armonico con gli indirizzi affermati in sede governativa e parlamentare per l’attuazione del c.d. “piano industriale per la P.A.”; speravamo in un disegno mirato alla creazione di un organismo in grado di assicurare ai Cittadini servizi vitali, caratterizzati da elevati standard qualitativi ed economici.
Il progetto che ci è stato illustrato, viceversa, non è nulla di tutto questo. Per sapere cosa ne pensiamo in dettaglio, faccio rinvio all’allegata nota a verbale della riunione (allegato n. 1).
In sintesi, emerge con evidenza un drastico taglio degli uffici dirigenziali non generali: 61 unità sugli originari 262, vale a dire il 23,3%. Una riduzione della complessiva dotazione organica in linea, certamente, con la previsione normativa; l’analisi disaggregata, però, evidenzia un’operazione disinvolta.
S’intende operare a carico degli uffici del territorio – a naturale vocazione operativa – una riduzione di ben 65 uffici dirigenziali, che in termini percentuali è del 35,5% notevolmente superiore al complessivo 23,3% voluto dalla legge. Viceversa, si vuole evitare la riduzione di legge nei confronti degli uffici centrali (che hanno, di norma, funzioni logistiche e strumentali) ponendo impropriamente l’intero onere a carico degli uffici del territorio. Come se questo non bastasse, si aumenta la struttura centrale di 4 uffici dirigenziali, vale a dire il 5,5%. Per i dettagli vi rinvio all’allegato quadro di raffronto, così evito di dilungarmi sulle DG apparentemente soppresse, che in sostanza sono una variazione di denominazioni e raggruppamenti (allegato n. 2).
Quali le novità organizzative? Quali nuovi e più onerosi impegni? Le Direzioni regionali “…esercitano nei confronti delle Direzioni territoriali funzioni di… programmazione economico finanziaria attraverso l’elaborazione dei piani attuativi di intervento; gestione delle risorse finanziarie e strumentali; gestione amministrativa delle risorse umane”. Come se questo non bastasse, alle Direzioni regionali è attribuito anche l’esercizio dei “…compiti operativi propri della Direzione territoriale del lavoro…” per l’ambito provinciale in cui hanno sede.
Il tutto senza sciogliere l’annoso nodo, che ha generato una miriade di criticità, vale a dire la mancanza di ascendente e sovra ordinazione nei confronti di uffici di pari livello dirigenziale; non si dice come s’intende sopperire l’esigenza vitale della dotazione di risorse umane adeguate professionalmente e quantitativamente. Nessun accenno a investimenti per sostenere l’indispensabile sviluppo delle professionalità e la creazione dei sistemi informativi attesi, ormai, da qualche lustro.
La sintesi con la quale sono indicate le attribuzioni delle strutture territoriali denuncia, d’altra parte, l’approssimazione e genericità del progetto.
In conclusione, non sembra proprio che questa strada sia grado di assicurare ai Cittadini servizi vitali, caratterizzati da elevati standard qualitativi ed economici.
Abbiamo anche rilevato che nulla dice la bozza di DPR sui criteri che l’Amministrazioni intende seguire per individuare, fra le diciotto Direzioni regionali, le nove che si pensa di articolare in tre uffici dirigenziali di livello non generale. In proposito, la D.G. Concetta Ferrari ha precisato verbalmente che s’intende istituire le Direzioni regionali a tre nelle nove regioni che hanno almeno cinque province.
Progetti di riorganizzazione che si susseguono, che si sovrappongono e si contraddicono, presentati sempre con urgenza per far fronte a un’impellente scadenza, che puntualmente vediamo poi dissolversi. Questa volta – ci è stato detto – l’avvio del percorso per l’emanazione del DPR eviterà il blocco relativo all’assunzione dei 22 Dirigenti vincitori di concorso e di ulteriori 5 o 8 provenienti dalla Scuola Superiore P.A., nonché quello dell’assunzione di circa 70 Ispettori del Lavoro nelle due regioni in cui non è ancora esaurita la graduatoria degli idonei. Il Cons. Francesco Verbaro, Segretario Generale, ritiene che ci sarà lo sblocco già subito dopo la prima lettura della bozza di DPR in Consiglio dei Ministri e che, quindi, le procedure di assunzione potrebbero essere avviate fra due settimane circa. Non sto a ricordare quanto sia lungo e complesso l’iter per l’emanazione del regolamento di organizzazione con DPR, al quale dovrà seguire il DM di attribuzione di funzioni e compiti agli uffici dirigenziali non generali.
Staremo a vedere
Pasquale Michienzi
michienzi@tin.it
all a – DPR_Ministero_del_lavoro e delle politiche sociali 6 maggio 2010
All 1 – Nota a verbale del 11-05-2010
All 2 – quadro di raffronto