In riferimento alla bozza di circolare per il personale delle sedi centrali del Ministero, che sarà formalizzata nei prossimi giorni si fa presente che la percentuale del 30 % di lavoro agile prevista dalla stessa debba essere rivalutata per evidenti questioni sanitarie.
Il Decreto legge 3 aprile 2021 n. 56 recante “Disposizioni urgenti in termini legislativi” ha apportato modifiche alla disciplina dello smart working nella Pubblica Amministrazione. In particolare, ha esteso la possibilità di ricorrere all’attivazione del lavoro agile in forma semplificata – di cui all’art. 87, comma 1, lettera b), D.L. n. 18/2020 – sino alla definizione della disciplina del medesimo da parte dei singoli contratti collettivi e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021. Di conseguenza, può proseguire, sino al termine sopra indicato, il ricorso allo smart working senza l’obbligo di stipulare un apposito accordo individuale tra amministrazione e lavoratore. Il sopra menzionato decreto, inoltre, ha modificato l’art 263 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 sopprimendo la percentuale minima, vincolante per ciascuna Amministrazione, del 50% del personale in lavoro agile ma senza imporre un limite massimo; pertanto sono ancora numerose le variabili che suggeriamo siano tenute in considerazione in questo delicato contesto.
Fra tutte, appare opportuno evidenziare che le disposizioni della circolare in oggetto, relativamente alla percentuale massima di lavoro agile, risultano contraddittorie rispetto a quanto previsto dal protocollo adottato lo scorso maggio “Misure di contenimento del contagio da Sars Cov 2 e procedure da adottare per la protezione dei lavoratori in presenza dei terzi (aggiornamento giugno 2020)”, nelle quali si riporta che “Presso gli Uffici centrali dovrà essere garantita, di norma, la presenza massima di una sola persona per stanza, indipendentemente dalle dimensioni della stessa, alternando il rientro in ufficio dei lavoratori che occupano la stessa stanza in modo tale da non avere, contemporaneamente, più di un lavoratore nello stesso ambiente”.
Con riferimento al POLA (Piano organizzativo lavoro agile) per gli anni 2021/2023, attualmente “alla valutazione del Sig. Ministro”, si tenga inoltre in considerazione che percentuali di lavoro agile inferiori al 40 % renderebbero vani i benefici di questa tipologia di lavoro con particolare rifermato al miglioramento della produttività, alla riduzione dell’assenteismo e alla riduzione dei costi per gli spazi fisici.
Tutto ciò premesso, appare opportuno segnalare a questa Amministrazione anche le seguenti riflessioni che, al di là degli aspetti tecnico giuridici, dovrebbero essere maggiormente prese in considerazione in processi decisionali delicati come il presente:
- Altri Ministeri ed Agenzie governative non ritengono opportuno passare così repentinamente a livelli di rientro in presenza con tali percentuali. Perché questa Amministrazione sta decidendo improvvisamente di invertire la rotta? Quali sono le necessità cui si intende far fronte? Riteniamo di poter escludere quella legata alle performance dei lavoratori visto che, da quando è in essere la citata emergenza, è stata ampiamente dimostrata la capacità di tutto il personale di mantenere i livelli di efficienza richiesta, anzi, in alcuni casi con risultati superiori alle aspettative.
- Il Sig. Ministro e il CTS chiedono giustamente di mantenere un approccio prudenziale in tutti gli ambiti sociali. Come sarà giustificato l’approccio così divergente che si intende adottare per i lavoratori del Suo stesso Ministero?
- Senza entrare nel merito dei dettagli epidemiologici della pandemia, appare evidente che la nuova impennata di contagi da variante delta, in Paesi molto più avanti del nostro nel programma vaccinale (es. Regno Unito ed Israele), sia un dato più che sufficiente a giustificare il mantenimento di un approccio ancora prudenziale. A tale proposito si consideri inoltre che in questo periodo le strutture scolastiche sono chiuse ed i figli dei lavoratori rientranti in ufficio saranno destinati a tornare nella promiscuità di centri estivi ed altre attività private con conseguente aumento dei fattori di rischio di diffusione del contagio.
Sulla base di quanto sopra descritto, UNADIS ritiene sia ragionevole, conveniente, opportuno se non addirittura giusto, che questa Amministrazione rifletta maggiormente ed intenda rivedere le misure di cui alla nuova circolare, rimandandone l’adozione almeno al prossimo settembre.