Il 20.12.2011 nella Sala del Parlamentino presso il Ministero economia e finanze, dopo ampia discussione durata dalle ore 10,30 del mattino fino al pomeriggio, è stato firmato, con esclusione di questa OS e della DIRSTAT, l’accordo sui criteri di ripartizione delle somme di cui all’art.3-comma 165- legge 350/2003. Le risorse destinate all’incentivazione del personale del MEF per l’anno 2010 sono state assegnate nella misura del 90% al personale inquadrato nelle aree professionali e per il restante 10% al personale dirigente. Il 9% delle risorse stanziate per la dirigenza verrà ripartito tra i dirigenti titolari di incarichi di livello dirigenziale generale.
Questa OS si è dichiarata contraria all’ulteriore decurtazione della percentuale
spettante al personale dirigente che negli anni è stata ridotta dal 15% al 13% al 11% ora, sempre per espressa volontà di CGIL CISL UIL ed UNSA, al 10%. La richiesta di decurtazione è stata motivata con la necessità di dare “l’esempio”un gesto, è stato detto, anche solo simbolico ?!
Cari colleghi, questa OS ha motivato la contrarietà al gesto, forse di solidarietà, affermando che ai tagli stava già provvedendo il Governo ed il Parlamento e che non si trattava di togliere ai ricchi per dare ai poveri, atteso che le remunerazioni della maggioranza dei dirigenti possono al più considerarsi “medio alte”, per cui con tutte le decurtazioni 2011 (quelle già apportate col decreto di ripartizione dei fondi ex comma 165 nonché al fondo della dirigenza col taglio di organico, i cui riflessi già hanno prodotto effetti negativi sulla retribuzione di risultato) sommate ai prelievi e spese che ci aspettano nel 2012, non sembra proprio il caso di peggiorare la situazione della categoria rendendo difficile ai singoli onorare, ad esempio, impegni già presi.
L’UNSA, ancora una volta, ha contribuito a determinare la maggioranza contro l’interesse della categoria dirigenziale, forse perché la sua rappresentatività all’interno del MEF è costituita da dirigenti con più incarichi esterni retribuiti che consentono di assorbire le perdite imposte dalla crisi e non solo perché rappresenta, al pari di CGL CISL UIL, anche il personale delle qualifiche. Certo è che, con il passaggio al contributivo, il doppio introito farà realmente la differenza fra dirigenti.
Giova rammentare che la decurtazione della percentuale di cui sopra al 11% fu condivisa dall’UNSA carbonarescamente con CGL, CISL e UIL presso il Ministro pro tempore nel 2007. Parimenti fu l’UNSA che si dichiarò dapprima favorevole e subito dopo contraria alla richiesta di questa OS di utilizzare, per accrescere la retribuzione di posizione di tutti, le risorse destinate al finanziamento della retribuzione di posizione risultate disponibili a consuntivo negli anni fino al 2008, in applicazione del comma 8 dell’art. 58 del CCNL 2002/2005.
E’ evidente che, finché i dirigenti del MEF non si decidono ad iscriversi tutti ad un sindacato che realmente ne tuteli gli interessi, la Parte Pubblica sarà costretta a far ingoiare alla categoria dirigenziale del MEF qualunque penalizzazione anche immeritata.

Il Rappresentante MEF
Mariarosaria Rossi