Si deve evidenziare, in primo luogo, come lo schema di regolamento non sembra aver risolto la problematica di una chiara e netta definizione delle competenze relative alla pianificazione integrata delle varie modalità di trasporto, programmazione, realizzazione e monitoraggio degli interventi infrastrutturali di edilizia demaniale, stradale, ferroviaria, portuale e aeroportuale, nonché della relativa normativa tecnica, le cui competenze dovrebbero essere ricondotte nel Dipartimento Infrastrutture, mediante l’istituzione di Direzioni Generali settoriali, mentre le funzioni afferenti la mobilità e la circolazione nei predetti settori dovrebbero essere allocate nel Dipartimento per i trasporti terrestri. Questa problematica, già emersa nel corso del previgente assetto organizzativo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a seguito dello “spacchettamento” di cui al D.P.C.M. 5.07.06 e s.m.i., ha provocato notevoli disfunzioni nelle azioni di governo del settore. Considerato che lo schema in oggetto ripropone una struttura dipartimentale, articolata sul dualismo infrastrutture/trasporti, appare necessario proporre una separazione di funzioni più netta ed efficiente. Si premette che le modifiche suggerite sono motivate dalla necessità di chiarire i compiti spettanti alle varie strutture, di evitare interferenze funzionali, nonchè di ricondurre tutte le funzioni afferenti la medesima materia nell’ambito di uno stesso Dipartimento. In primo luogo, sembra necessario evidenziare che la creazione di tre dipartimenti, di cui uno preposto alla cura dei servizi trasversali e strumentali – quali il Personale, l’Infrmatica, la Programmazione e la Regolazione – sembra più logica e coerente con l’assetto generale, e si insiste per tale strutturazione. In ogni caso, anche qualora dovesse permanere la divisione in due soli Dipartimenti (ma allora perché non optare per la struttura in sole direzioni generali con il Segretario generale?) si ritiene che le competenze elencate in esordio, di inequivoca natura infrastrutturale, dovrebbero essere ricondotte nel Dipartimento 1, Infrastrutture, affari generali e personale, mediante l’istituzione di Direzioni Generali settoriali. Le funzioni afferenti la mobilità e la circolazione nei predetti settori potrebbero, di conseguenza, essere allocate nel Dipartimento 2, per i trasporti e la navigazione. Nell’attuale testo, sembrerebbe pertanto auspicabile prevedere, all’articolo 5, che delinea l’organizzazione del Dipartimento 1, l’istituzione della Direzione generale delle infrastrutture portuali, aeroportuali e ferroviarie e per l’interoperabilità, le cui funzioni sono previste all’articolo 6 dello schema, ripartite tra la Direzione generale per le ferrovie, l’interoperabilità e il trasporto ferroviario, la Direzione generale per i porti e la Direzione generale per gli aeroporti e il trasporto aereo. Dette direzioni potrebbero ridursi da tre a due, e dedicarsi rispettivamente una alla sola materia trasportistica ferroviaria, e l’altra al trasporto aereo, lasciando confluire la “navigazione” nella Direzione generale per il trasporto marittimo e fluviale. Per equilibrio rispetto a numero totale delle Direzioni generali incardinate in ciascun Dipartimento, si suggerisce di allocare i sistemi informativi dal Dipartimento 1 al Dipartimento 2, ri-denominando il Dipartimento tutto come “Trasporti, navigazione e sistemi informativi” . Si sottolinea che, in tal modo, in ciascun dipartimento risulteranno allocate funzioni strumentali e trasversali (da una parte il “personale” e dall’altra i “sistemi informativi”) garantendo omogeneità di funzioni ausiliarie ad entrambi i Capi dipartimento. Si puntualizza, inoltre, che proprio il Dipartimento che si occupa di motorizzazione pare aver particolarmente bisogno di una immediata, efficace e diretta gestione dei sistemi informativi, finalizzati alla operatività dei relativi uffici. All’articolo 5, si segnala la mancata previsione di un Ufficio di coordinamento di supporto al Capo del Dipartimento per le Infrastrutture, gli Affari Generali ed il Personale, così come diversamente previsto (Ufficio di coordinamento per le strutture periferiche) per il Capo del Dipartimento per i Trasporti e la Navigazione: si propone di valutare l’opportunità di istituire detto Ufficio, di prevederlo parimenti di prima Fascia, sia per garantire il reale raccordo tra centro e periferia anche in materia infrastrutturale sia per rendere il disegno complessivo rispondente ad un miglior equilibrio allocativo delle strutture. Si osserva ancora sul punto, che gli uffici decentrati del ramo infrastrutture per la storia più remota oltre che per le vicende recenti, potrebbero anche più di quelli della motorizzazione necessitare di un significativo impulso e coordinamento a livello centrale. A tal fine, per mantenere il numero massimo di posizioni dirigenziali generali, si suggerisce di accorpare nell’ambito del medesimo Dipartimento 1 la Direzione generale per la Sicurezza con quella della Regolazione: si ricorda che quando la materia della sicurezza è stata assegnata per legge al Ministero delle infrastrutture, si individuò la Direzione per la Regolazione quale naturale sede istituzionale per lo svolgimento compiuto della stessa e che solo recentemente è stata individuata quale struttura a se stante; un rientro nell’alveo originario non solo non comporterebbe particolari problemi organizzativi, ma addirittura porterebbe a compimento una attività, che sarebbe seguita nell’interezza del suo svolgimento All’articolo 9, si segnala – per le strutture periferiche – la mancata previsione della competenza in materia di espletamento del servizio di polizia stradale, in analogia con la previsione del settore trasporti. Si segnala che nell’ambito della previgente organizzazione del Ministero unificato nell’ambito dei SIIT detta competenza risultava assegnata a ciascuno dei due settori di ogni SIIT – infrastrutturale e trasportistico – con operatività reale e gestione funzionale della stessa. All’articolo 10, comma 8, si suggerisce di prevedere che la Conferenza permanente dei Provveditori interregionali deve essere presieduta dal Capo del Dipartimento per le Infrastrutture, gli Affari Generali ed il Personale. Da ultimo – ma non per ultima – la “questione dei cd (ex) Provveditori aggiunti: le osservazione del sindacato dei dirigenti maggiormente rappresentativo, infatti, non possono che essere svolte con precipua attenzione al rispetto del ruolo e della professionalità dei dirigenti: l’organizzazione che vediamo prospettata da una parte non consente di individuare con chiarezza le linee di funzione da attribuire a ciascun dirigente, crea zone “grigie” di sovrapposizioni e non valorizza l’autonomia della dirigenza. Prevedere all’articolo 8 comma 3 che “E’ fatta salva la facoltà per i Provveditori per le opere pubbliche di cui al precedente comma 2, di attribuire, nell’ambito dei titolari degli uffici dirigenziali non generali presso la sede interregionale coordinata allo stesso facenti capo, le funzioni vicarie relative a tale sede” da una parte non significa nulla, perché tale facoltà è già prevista nel decreto legislativo 165/2001, e, dall’altra, sembra in violazione del TU citato, in quanto pare sottintendere che in altre sedi e/o presso altre strutture un Direttore generale non possa nominare un proprio vicario. La facoltà di delega di cui alla normativa citata è pienamente rimessa alla valutazione del Dirigente preposto all’ufficio dirigenziale generale, che in nessun modo si può comprimere. Può essere motivata dalla complessità di una struttura organizzativa, ovvero da carenze organiche, o da motivi contingenti (malattie, congedo) ma è di valutazione del Dirigente. Dato che all’esercizio della stessa è possibile connettere una maggiore e diversa retribuzione di risultato – da definire in contrattazione – chiediamo che la “facoltà” di delegare funzioni vicarie ad uno dei dirigenti assegnati alla struttura non sia limitata alla sede coordinata di un Provveditorato Interregionale, ma sia estesa a tutti gli uffici dirigenziali generali, centrali e periferici, di entrambi i rami di cui il Ministero si compone. Massimo Fasoli Al Consigliere Dottor Claudio Iafolla Capo di Gabinetto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti