Il decreto legge n.9 del 2 marzo 2020 ha disposto, all’articolo 18, comma 5, la fine della fase sperimentale del lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni, introdotta dalla legge del 7 agosto 2015, n. 124 (c.d. Legge Madia) su base volontaria e con l’obiettivo di coinvolgere, entro tre anni, almeno il 30 per cento dei dipendenti.
Dopo ben cinque anni di sperimentazione il lavoro agile, in ragione della fase emergenziale che stiamo attraversando e a causa di prevenire e limitare la diffusione del Codiv – 19 diviene modalità di lavoro ordinaria propria del settore pubblico, al pari del lavoro in presenza.
Come dirigenti pubblici siamo stati chiamati a gestire la cosiddetta fase1 dell’emergenza e organizzare lo smart working nel miglior modo possibile, non senza difficoltà. Ed ora siamo chiamati a fare lo stesso nella cd fase2.
Ma quali sono state le principali criticità riscontrate e come dovrebbe essere organizzato lo smart working?
Abbiamo predisposto cinque semplici quesiti che aiuteranno Unadis a interloquire con Funzione Pubblica, nonchè studiare proposte concrete per l’organizzazione futura del lavoro pubblico.
Per partecipare al sondaggio basta rispondere a unadis2012@gmail.com e alle seguenti domande, con risposte brevi (max 3 righe). Ogni risposta sarà visionata dal personale della segreteria Unadis e non verrà per nessun motivo diffusa insieme al nome del partecipante al sondaggio. Il risultato servirà ad Unadis per elaborare la sua proposta di smart working.
- Quanti sono i tuoi collaboratori?
- In che percentuale è stato applicato lo smart working nell’ufficio che dirigi?
- Come si è svolto il lavoro da casa? Con quali strumenti?
- Quali sono state le difficoltà riscontrate?
- Cosa proponi per una migliore gestione dello smart working?