Si è tenuta ieri, 3 febbraio 2020, la seconda riunione del tavolo tecnico per le pensioni, voluto dal Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, a cui siedono le principali sigle sindacali, fra cui Unadis, per quanto riguarda la parte sulla dirigenza pubblica delle Funzioni Centrali. Le proposte avanzate da Unadis, direttamente dal segretario generale, Barbara Casagrande, vanno in una ottica di miglioramento della pubblica amministrazione e di tenuta del sistema pensionistico italiano, oltre che di sostegno alle giovani generazioni.
La dirigenza dello Stato, per Unadis, deve essere equiparata a magistrati e professori universitari.
Si tratta, infatti, di categorie garantite costituzionalmente e il trattamento dovrebbe essere omogeneo. “Per i dirigenti dello Stato – spiega Casagrande – chiediamo l’estensione di 2 criteri che vigono per i magistrati:
1) età pensionabile a 70 anni;
2) possibilità di integrare il massimale contributivo volontariamente.
Il lavoro dei dirigenti pubblici, al pari di quello dei magistrati e dei professori universitari, è soprattutto un lavoro intellettuale. Molte volte l’esperienza del dirigente che va in pensione viene richiesta dall’amministrazione, a titolo gratuito. Molti sono i dirigenti attualmente in pensione che ancora lavorano per la Pa, ma gratis. “Non va bene” chiarisce Casagrande “possiamo restare in servizio fino a 70 anni, scegliere di incrementare il massimale retributivo, contribuendo alla tenuta del sistema pensionistico e affiancando i giovani che entrano nella Pa, grazie alla nostra esperienza”.
“Riteniamo sia un nostro diritto, come già avviene per i magistrati, la possibilità di integrare volontariamente (aumentandolo) il prelievo contributivo e di rinunciare al massimale contributivo per chi lo desidera e non intende aderire a forme di previdenza complementare”.
Più in generale, per Unadis, le modiche necessarie all’attuale sistema previdenziale sono le seguenti:
1. Attuazione dell’art. 24, comma 18, del DL 201/2011 anche per il personale delle forze armate, sicurezza e soccorso pubblico che ancora hanno i requisiti pensionistici della riforma Dini (L. 335/1995) di estremo favore per gli apicali e di converso di estremo disfavore per i neoassunti che nel sistema contributivo non avranno modo di maturare pensioni dignitose (perché saranno costretti a lasciare il lavoro troppo presto). La mancata armonizzazione brucia risorse considerevoli al sistema nel suo complesso e non è più coerente con i requisiti previsti per la generalità dei lavoratori;
2. Introduzione di deroghe ai requisiti della riforma Fornero (flessibilità in uscita in un range anagrafico finanziariamente sostenibile) solo con il calcolo totalmente contributivo della prestazione (le esigenze individuali di uscita anticipata non devono gravare finanziariamente sul sistema nel suo complesso);
3. Revisione dei c.d. Gravosi e Usuranti cui associare deroghe ragionevoli ai requisiti generali (i lavori non sono tutti uguali ma non possono neanche essere tutti gravosi);
4. Possibilità di integrare volontariamente (aumentandolo) il prelievo contributivo e di rinunciare al massimale contributivo per chi lo desidera e non intende aderire a forme di previdenza complementare (quest’ultima possibilità oggi concesso solo ad alcune categorie es. magistrati – L. 4/2019);
5. Le risorse che ci sono vanno investire sul creare una pensione contributiva di garanzia per tutti coloro che hanno, loro malgrado (e sono soprattutto i giovani), svolto lavori discontinui e mal pagati;
6. Individuare criteri alternativi alla massa salariale quale parametro per la determinazione dell’imponibile contributivo nelle attività in cui c’è alta intensità di capitale e valore aggiunto e bassa intensità di forza lavoro. (Si tratta di un percorso complesso ma il tema va introdotto).
Anche Unadis, come Cgil, Cisl e Uil, è d’accordo sulla necessità di costituire una pensione contributiva di garanzia per i giovani. Certamente vanno individuati dei criteri e costruito un percorso di valutazione delle carriere di ciascuno, degli anni di lavoro, della professionalità acquisita.
Ufficio stampa Unadis