Roma, 4 ottobre 2018

“L’unione nazionale dei dirigenti continua a chiedere un nuovo sistema di relazioni sindacali; nuove modalità per il conferimento degli incarichi dirigenziali e, in relazione a questo, maggiore trasparenza; un limite agli esterni o comunque dei bandi trasparenti per l’affidamento di incarichi ad esterni, a professionalità che mancano nella pubblica amministrazione in un determinato momento; più tutele all’interno del contratto per evitare automatismi in relazione alla retribuzione di risultato”. Sono queste le richieste che l’Unadis ha fatto oggi all’Aran, in occasione della riapertura del tavolo per il rinnovo del contratto dei dirigenti. Ma, soprattutto, il sindacato dei dirigenti ha chiesto di “chiudere al più presto le trattative, entro poche settimane, per dare risposte ai colleghi e un segnale al Paese, dopo otto anni di blocco del nostro contratto collettivo di lavoro”.

La bozza che l’Aran ha presentato oggi per Unadis va migliorata, ma si può fare continuando a lavorare velocemente sulle cose che non vanno per chiudere entro qualche settimana.

“Non è possibile – afferma Barbara Casagrande – segretario generale Unadis – continuare a perdere tempo e non è accettabile l’atteggiamento dei colleghi che si sono alzati dal tavolo senza ascoltare l’illustrazione della bozza da parte dell’Aran. I colleghi si aspettano che entro poco tempo ci sia un nuovo contratto, in considerazione di un mutato quadro politico e di nuovi interventi per la dirigenza già annunciati dal ministro della PA, Giulia Bongiorno. Abbiamo la possibilità di dare ora il nostro contributo e non accettiamo che le trattative rimangano ferme. Sarebbe un grave danno per tutta la categoria. Chi è uscito dalla sala oggi pomeriggio ha dimostrato di voler portare avanti differenziazioni e privilegi fra le varie componenti della dirigenza pubblica”.