I dirigenti pubblici delle Funzioni Centrali hanno firmato il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro.
Il nuovo contratto, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali, il 16 novembre 2023 per il triennio 2019-2021 è già entrato in vigore. Grande soddisfazione da parte di Unadis, il sindacato dei dirigenti pubblici rappresentato per la firma in Aran dal presidente, Franco Sottile e dal segretario generale, Paolo Vespasiani. L’auspicio è che venga avviato l’iter per l’apertura immediata del tavolo di contrattazione 2022-2024, per avere tutto il tempo di discutere e apportare miglioramenti concreti sia sul piano economico sia su quello giuridico, stando al passo con i tempi e con i cambiamenti che investono di continuo le amministrazioni pubbliche. Tutto sommato Unadis si ritiene soddisfatta per aver lavorato in maniera propositiva alla sottoscrizione di questo Contratto e per aver raggiunto diversi obiettivi.
A partire dal 2021, infatti, le retribuzioni dei dirigenti aumenteranno mediamente fino al 3,78%. Si parte da un incremento pari allo 1,01 per il 2019 che arriva all’1,72% nel 2020 fino a stabilirsi al +3,37 dal 2021 in avanti. Si tratta di incrementi superiori a quelli previsti nel contratto del triennio precedente.
Nel nuovo contratto le novità non sono solo economiche ma anche giuridiche. Dal punto di vista delle relazioni sindacali, nella parte relativa alla contrattazione integrativa, è stato stabilito che ora si avvierà di “norma” entro il mese di aprile dell’anno di riferimento. Il lavoro agile è una modalità di rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli, obiettivi, e senza precisi vincoli di orari e luoghi di lavoro”. Tuttavia, sul punto, Unadis è pronta a proporre di riscrivere in maniera ancora più dettagliata la disciplina, tenendo conto della specificità del lavoro che svolge in dirigente pubblico a livello centrare e sul territorio. Unadis sta lavorando a una piattaforma in tal senso.
All’articolo 18 del nuovo Ccnl è prevista una novità che riguarda l’affiancamento da parte della dirigenza del personale neoassunto. Ciò per favorire lo scambio di conoscenze e competenze delle esperienze maturate nel tempo e per favorire la continuità dell’azione amministrativa.
Il Contratto prevede, inoltre, un aumento fino al 30% della retribuzione di posizione, per i cosiddetti “interim” per i quali un dirigente assume un secondo incarico; si tratta di casi sempre più numerosi, in particolare negli uffici periferici, a causa della carenza di personale.
Nuove previsioni nel Contratto anche per stare vicini alle donne vittime di violenza, le quali potranno astenersi dal lavoro per un periodo di 90 giorni, fruire del congedo, presentare domanda di trasferimento qualora la vittima sia inserita in percorsi di protezione.
Attenzione anche alle famiglie, infatti viene generalizzata la previsione di welfare integrativo che sarà disciplinato in sede di contrattazione integrativa con particolare riferimento a: contributi a favore di attività culturali, ricreative e con finalità sociale, polizze sanitarie integrative delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale e altre categorie di beni e servizi che, in base alle vigenti norme fiscali, non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente.
È stato ad ogni modo complesso il lavoro per giungere alla firma del contratto. E c’è una difficoltà di fondo che Unadis continuerà a sottolineare: serve un’area di contrattazione SOLTANTO per la dirigenza, che ha proprie caratteristiche e un ruolo certamente diverso da quello dei professionisti all’interno della Pubblica Amministrazione. Per quanto riguarda la retribuzione, pubblichiamo in allegato le tabelle con l’aumento della retribuzione, come elaborata dall’ufficio studi Unadis.
Ufficio stampa Unadis
Angela Corica