Il tavolo sindacale del Ministero della Giustizia è tornato a riunirsi oggi 20 luglio. All’ordine del giorno, la retribuzione di risultato e il tema dell’autonomia e responsabilità dei dirigenti. Erano presenti per noi il Vicesegretario Generale di Cida FP Massimo Fasoli, e il Segretario Nazionale della Cida Unadis e responsabile Giustizia Dario Quintavalle.
Era presente il Direttore generale del bilancio, Belsito, il quale ha dichiarato che per il 2004 e il 2005 il Fondo di posizione e risultato presenta un disavanzo per cifre superiori ad € 100000, in quanto su questi è stato pagato l’acconto del risultato, mentre il fondo del 2006 ha un’eccedenza pari a € 492.000. Si è riservato di presentare al più presto, entro la prossima settimana, un quadro completo.
Fasoli, per Cida Unadis ha espresso il disappunto per la magrezza del fondo ed ha domandato chiarezza e trasparenza sul tema degli IAR (incarichi aggiuntivi retribuiti) , domandando quanti sono, come è stata concepita l’onnicomprensività, e se gli enti che hanno pagato incarichi sono stati avvertiti che le somme per retribuire gli IAR vanno versate direttamente al fondo.
La DG personale ha risposto che il numero di IAR è esiguo, che proviene da amministrazioni diverse dalla Giustizia, e che gli enti di incarico non hanno pagato nulla al Ministero. Si è riservata di fornire più dettagli. In ogni caso, i proventi dovrebbero essere così esigui, e di valore economico tanto irrilevante da non permettere di impinguare il Fondo.
Fasoli ha poi domandato di sapere se agli uffici di diretta collaborazione andava una percentuale del fondo. Gli è stato risposto che il differenziale tra retribuzione e integrazione degli incarichi di diretta collaborazione deriva direttamente da fondi del Gabinetto, quindi non grava sul Fondo

Fasoli ha sollevato il problema della sperequazione delle fasce, definendo la retribuzione di quarta fascia al ministero della Giustizia una “elemosina”, e la più bassa in assoluto dell’Area I Dirigenza Ministeri. Ha suggerito che un modo per rimpinguare il fondo potrebbe essere quello di attuare l’art 58.7 del CCNL che prevede l’adeguamento del Fondo di posizione e risultato nel caso di processi di riorganizzazione, visto che è indubbio che siamo alla vigilia di importanti cambiamenti organizzativi.
Ha domandato comunque di ridiscutere le fasce con una ripesatura degli uffici che premi l’impegno dei dirigenti in prima linea.

Si è poi concordato con il sottosegretario di istituire e far partire immediatamente le commissioni Pari opportunità e Mobbing, per le quali solo la Cida Unadis e un’altra sigla hanno già espresso le loro nomine.

Sul tema dell’autonomia e responsabilità dei dirigenti, il Capo Dipartimento ha riconosciuto che ci deve essere un dirigente di riferimento per ogni ufficio, e che la norma del 240 consente che con regolamento di organizzazione un Dirigente possa avere la responsabilità di più uffici. Ci siamo dichiarati d’accordo su questa ipotesi, che è del resto un nostro antico cavallo di battaglia, purché l’amministrazione sia disponibile ad individuare somme aggiuntive che compensino il maggior impegno dei Dirigenti.

Il capo dipartimento ha poi pronosticato che il nuovo regolamento di organizzazione potrebbe entrare in vigore all’inizio del 2008, data alla quale potrebbe anche partire il decentramento.
Rispondendo a una precisa richiesta della UIL si è dichiarato indisponibile a ritirare le controverse circolari attuative del 240.

Quintavalle è intervenuto per Unadis. Ha rilevato che un regolamento di organizzazione dovrebbe coprire tutti gli uffici giudiziari, visto che l’attuale si ferma a Via Arenula, e qualcuno ha messo in dubbio l’appartenenza degli uffici al Ministero della Giustizia. Il DG Belsito e il Capo Dipartimento hanno risposto che proprio sostenendo tale tesi si è potuto evitare un ulteriore taglio delle posizioni dirigenziali. Quintavalle ha però osservato che alcuni magistrati capi dichiarano a volte che l’ufficio dipende dal CSM. Tale interpretazione è stata dichiarata scorretta al Capo Dipartimento.

Quintavalle ha poi sollevato il problema dell’art 5 del DDL Mastella, che pur stralciato potrebbe presto riprendere il suo iter parlamentare, cosa che il sottosegretario Li Gotti ha definito ‘assai probabile’.
Il rappresentante dell’Unadis ha allora ricordato che a novembre l’amministrazione aveva presentato le modifiche al 240 come ‘poche e marginali’ promettendo anche di presentare il progetto ai sindacati della dirigenza.
Nei fatti, invece, mentre il DDL è stato sottoposto all’esame della sola Associazione nazionale Magistrati, esso si è rivelato contenere ben più che un semplice ritocco. A nome di Cida Unadis ha espresso tutto il proprio disappunto per questo modus procedendi.
Ha quindi domandato che il Ministero della Giustizia si impegni a ritirare l’art. 5.
Ha osservato che sarebbe del tutto contraddittorio attuare il decentramento, e poi approvare una norma che il decentramento lo riduce.
Come sarebbe contraddittorio, se è vero che è in corso di approvazione il regolamento di organizzazione di cui in premessa, aumentare le competenze dei dirigenti, svincolarli dall’ufficio giudiziario per farli diventare dirigenti di una sede, e poi approvare l’art. 5 che ripropone sostanzialmente la subordinazione del dirigente al magistrato capo dell’ufficio, e che postula quindi un dirigente per ogni ufficio giudiziario.
Ha concluso affermando che ormai, e lo si è visto all’incontro di studio paritetico al CSM, una buona parte dei magistrati ha una crescente coscienza che un dirigente non è il nemico ma un professionista della cui competenza ci si deve avvalere, quindi quell’articolo, ispirato a una sorta di ‘revanche’, non ha davvero più ragion d’essere.

Rispondendo ad Unadis il sottosegretario Li Gotti ha riconosciuto che ci sono parecchi elementi controversi e che il Ministero terrà conto delle nostre osservazioni.

Quintavalle ha poi domandato notizie sulla paventata devoluzione delle competenze dell’amministrazione giudiziaria alle province Autonome di Trento e Bolzano. Il Capo dipartimento ha ammesso che se ne è discusso, ma che il Ministero è contrario, anche dopo i rilievi dell’UTG di Bolzano e che la questione non è all’ordine del giorno.
In ogni caso, Quintavalle ha osservato che su tale materia c’è l’obbligo contrattuale di informazione preventiva, e quindi ha domandato che i sindacati siano informati di ogni novità sul punto.

Il tavolo si è chiuso con l’impegno di tornare a vedersi mercoledì prossimo, dopo avere ricevuto dalla Direzione del Bilancio tutti i chiarimenti richiesti, per concludere l’accordo sulla distribuzione del risultato 2006.