MISE – la Cida Unadis chiede al Ministero per lo Sviluppo Economico di rivedere il sistema di valutazione dei Dirigenti e la sua procedura.

Pres. Mario Torsello
Capo di Gabinetto
Ministero sviluppo economico
Via Molise 2 – 00187 ROMA

D.ssa Simonetta Moleti
Vice Capo di Gabinetto
Ministero sviluppo economico
Via Molise 2 – 00187 ROMA

D.ssa Ludovica Agrò
Direttore Generale
Ufficio Affari Generali e Risorse
Ministero sviluppo economico
Via Molise 2 – 00187 ROMA

Come noto, l’accordo sindacale del 14 luglio 2011 ha previsto la ripartizione obbligatoria dei dirigenti in tre fasce di merito, a cui corrisponde una distinta retribuzione di risultato.
L’applicazione di tale accordo decentrato nel contesto di un sistema di valutazione impreciso e soggettivo quale quello in vigore (D.M. 21 dicembre 2007) ha comportato, com’era facile prevedere, un diffuso disagio, che nel corso del tempo si è aggravato per i seguenti motivi:
– le differenziate modalità di giudizio adottate con tempi enormemente diversi da ciascun Dipartimento;
– l’impossibilità di presentare reclamo nel merito per i dirigenti preposti ad uffici incardinati in struttura non dipartimentale, ovvero in struttura Dipartimentale, ma priva di Capo Dipartimento;
– criteri non uniformi nell’attribuzione dei punteggi.
Invero, in alcuni casi la distinzione in fasce è stata effettuata graduando il punteggio in scaglioni fissi in spregio di un’effettiva valutazione dell’attività individuale, in altri casi è stato dato lo stesso punteggio a tutti i dirigenti (il massimo) e la differenziazione è derivata dall’anzianità nel ruolo.
Inoltre, le figure di vertice del Dipartimento per l’energia, hanno avvertito il crescente malcontento e stanno ancora riflettendo sulle decisioni in ordine alla valutazione dei dirigenti delle rispettive strutture, cosa che, di fatto, oltre ad aggravare il pesante clima di insoddisfazione, comporta un danno ai medesimi in quanto non si vedono liquidare il saldo della retribuzione di risultato a differenza di altri colleghi che, bene o male, lo hanno già percepito da mesi.
È certo che, il differente metro di giudizio adottato dalle strutture Dipartimentali e l’assenza di valutazioni in altri casi ha prodotto uno stato di confusione generale e un clima di conflitto all’interno dell’Amministrazione, con intuibili conseguenze sul piano del buon andamento dell’azione amministrativa.
Eppure una rivisitazione dell’accordo sulla base delle disposizioni introdotte dal recente decreto legislativo 141 o sulla scorta dell’evoluzione degli avvenimenti avrebbe potuto porre rimedio all’inquietudine che tale clima stava intanto determinando. Ma di questo l’Amministrazione non ha voluto tener conto.
Tale situazione lascia presagire l’attivazione di un notevole contenzioso verso l’amministrazione, di cui le molteplici richieste di accesso agli atti avanzati dai dirigenti sottoposti a valutazione sono un avviso. L’esito di tutto questo è prevedibile: un conflitto i cui esiti incideranno negativamente sui rapporti di collaborazione all’interno della struttura tra i dirigenti ai vari livelli, ostacolando l’ottimale svolgimento ordinato ed efficace dell’attività lavorativa a danno del proficuo sforzo comune.
Con tali decisioni si genera conflitto e si rende meno efficiente l’Amministrazione, consentendo di sostenere a chi l’avversa che il privato è meglio.
Orbene, in un’ottica di corrette relazione professionali, quale dovrebbero essere quelle di un datore di lavoro con i suoi stretti collaboratori, appare opportuno un ripensamento.
L’Amministrazione ha bisogno, in un momento di crisi e di incertezza, di uno spirito di squadra e di collaborazione perché gli sforzi e le idee siano più produttive. L’alternativa è un’operatività isolata priva di coordinamento ed autoreferenziale, dai risultati sicuramente inadeguati.
Poiché, tuttavia, non sembra che la cosa stia stata adeguatamente valutata da chi ha deciso che le cose debbano andare in tal modo improvvido, non può non avanzarsi una formale richiesta di rivisitazione dell’intera procedura attivata, tra l’altro, con estremo ritardo, per la valutazione del risultato 2010, che tenga conto della novazione normativa e della necessità di garantire a tutti parità di trattamento ed opportunità, indirizzando, finalmente, l’azione di questa Amministrazione verso il dialogo e la condivisione degli obiettivi generali.
La morale è che avremmo perso, ancora una volta, un’occasione per fare bene e assumere decisioni ragionevoli.

Roma, 1 dicembre 2011

Il Segretario Generale
Massimo Fasoli