“A luglio ci siamo trovati di fronte ad una riorganizzazione del Ministero della Giustizia che, invece di ridurre gli uffici dell’Amministrazione centrale a Roma, li aumenta e chiude 5 Provveditorati regionali penitenziari. Alcuni giorni fa una convocazione del Ministro esclude espressamente dodici dirigenti, in larga parte quelli dei Provveditorati soppressi, perché – come dicono – non si possono sguarnire gli uffici e debbono garantire l’emergenza. Ci chiediamo se si tratti di ipocrisia o schizofrenia? Qualcuno ricorda le condizioni delle carceri? In questo scenario paradossale ci teniamo a ricordare che una procedura di infrazione europea è stata superata grazie all’impegno per l’attuazione degli interventi atti all’adeguamento agli standard dettati dalla Corte Europea ed alla verifica quotidiana sul progetto del ‘carcere aperto’ che ha coordinato chi oggi non è stato nemmeno invitato ad un incontro con il Capo Dipartimento. Perché?”. Barbara Casagrande, segretario generale di Unadis (Unione nazionale dirigenti dello Stato) contesta l’esclusione di alcuni dirigenti all’incontro che si è tenuto il 9 settembre con il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. In particolare, è apparsa incomprensibile la scelta di lasciare fuori dalla discussione sulla “situazione di emergenza delle carceri” i dirigenti contrattualizzati degli Uffici Detenuti e trattamento dei Provveditorati mentre, in modo del tutto incomprensibile, sono stati convovacat i dirigenti di alcune sedi regionali, quali Toscana, Puglia e Basilicata, che hanno a capo dell’Ufficio Detenuti un dirigente penitenziario.
Si è appreso altresì che nel corso dell’incontro il Ministro ha comunicato che il direttori penitenziari, presenti all’incontro, saranno inseriti nei tavoli sugli Stati Generali. Dalchè, saranno ancora una volta esclusi i Dirigenti degli Uffici Detenuti e Trattamento, gli specialist dell’esecuzione penale.
Secondo Casagrande “è inspiegabile l’esclusione dei soli dirigenti di Area I che, nel corso degli anni hanno gestito, in assoluta emergenza, situazioni davvero difficili e hanno contribuito in maniera forte e risoluta a raggiungere, insieme ai Provveditori, ai direttori e a tutti gli operatori, quei risultati che l’Europa ha saputo apprezzare”.