Dopo la fiducia ottenuta da Camera e Senato dal premier Giuseppe Conte e dalla sua nuova squadra di governo, l’Unione nazionale dei dirigenti dello Stato (Unadis) augura al nuovo esecutivo un buon lavoro. Il sindacato dei dirigenti auspica un dialogo costruttivo con la politica, un nuovo linguaggio – come quello menzionato dal capo dell’esecutivo – affinchè la dirigenza tecnica possa dialogare con la politica per bene dei cittadini e del Paese tutto, nel reciproco rispetto dei ruoli. Fino ad oggi i dirigenti pubblici hanno subito le conseguenze di un cattivo linguaggio e di una cattiva comunicazione. “Eppure siamo coloro che operano per garantire servizi pubblici efficienti, siamo persone preparate che gestiscono situazioni complesse – spiega il segretario generale Unadis, Barbara Casagrande – abbiamo grandi responsabilità e serviamo con onore la Nazione”. Tante volte, tuttavia, proprio dirigenti pubblici sono stati etichettati come “mandarini” “fannulloni” “furbetti” termini che non hanno fatto altro che allontanare i cittadini dalla Pa. “E’ tempo di una inversione di tendenza, anche in questo senso”, dice Casagrande. Unadis augura un buon lavoro a tutti i ministri, ai sottosegretari e loro collaboratori e a tutti i colleghi dirigenti che affiancheranno, da tecnici, il governo.
In questi giorni Unadis ha scritto al nuovo ministro della Funzione Pubblica, Fabiana Dadone, proprio per darle il benvenuto e per ribadire qual è l’auspicio della classe dirigente del Paese. Ovvero maggiore trasparenza nel conferimento degli incarichi, una formazione obbligatoria permanente e gratuita per i dirigenti, una progressione di carriera nell’ambito della dirigenza legata a criteri oggettivi e a valutazioni eque, una distinzione netta dai professional (categoria che siede allo stesso tavolo per il rinnovo del contratto collettivo, ma diversa dalla dirigenza pubblica), una maggiore attenzione al reclutamento del personale e alla selezione di chi aspira a lavorare nella Pa, un freno agli incarichi esterni e una particolare attenzione alle graduatorie degli idonei.
Unadis ha chiesto anche un incontro al nuovo ministro della Pa per poter discutere delle singole tematiche che interessano il sindacato: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministeri, Segretari comunali e provinciali, Agenzie Fiscali, Enti pubblici non economici.
“Come dirigenti pubblici vorremmo che fosse valorizzato il merito – prosegue Casagrande – ma non come esercizio retorico bensì per riconoscere esperienze e competenze, scegliere in modo equo e dare una prospettiva di carriera, di crescita e di sviluppo. Servire lo Stato deve essere sempre più vissuto come un onore e non un onere. Chi sbaglia deve essere punito, se si sono verificate situazioni in cui si sono registrati comportamenti anomali da parte dei cosiddetti “furbetti del cartellino” è giusto intervenire, senza però fare di tutta l’erba un fascio. Nei prossimi mesi, anche in vista dell’ottavo Congresso Unadis, cercheremo di lavorare sull’identità del dirigente pubblico, proprio per far capire all’opinione pubblica chi siamo e cosa facciamo. Cerchiamo di avvicinare la Pa, lo Stato, alle persone”.
Ufficio stampa Unadis
Angela Corica