Incarichi internazionali ai dirigenti del Ministero della Giustizia

Unadis scrive al sottosegretario Li Gotti: pari e più ampie opportunità ai Dirigenti del ministero della Giustizia per accedere agli incarichi internazionali

Roma, 23 maggio 2007

Oggetto: Incarichi internazionali ai dirigenti del Ministero della Giustizia

Signor Sottosegretario,

il tema della formazione internazionale e degli incarichi internazionali per i Dirigenti sta particolarmente a cuore alla nostra organizzazione sindacale.

In apertura della contrattazione integrativa avevamo presentato il documento allegato, sottoscritto anche da CGIL, Cisl, Uil.

Formazione europea ed internazionale

Come Ella ben sa, l’art 32.4 del CCNL Dirigenti dice espressamente che “L’aggiornamento e la formazione continua costituiscono l’elemento caratterizzante l’identità professionale del dirigente, da consolidare in una prospettiva aperta anche alla dimensione ed alle esperienze europee ed internazionali”.

In passato[1], l’Amministrazione della Giustizia (nella persona del Vice Capo dipartimento dott. Gargani e del Direttore Generale del personale dott.ssa Fontecchia) si era impegnata a trovare “forme più ampie e non sporadiche di partecipazione della Dirigenza del Ministero ai processi di cooperazione internazionale”. Nonostante tale impegno, ai dirigenti non è stato mai concesso di partecipare a programmi di formazione internazionale, salvo un caso isolato, né di prender parte a programmi di cooperazione.

La Giustizia, com’è noto, è il Terzo Pilastro dell’Unione Europea, e quindi codesta amministrazione dovrebbe avere una naturale proiezione internazionale. Tuttavia:

  1. non esiste una Direzione Generale per gli Affari Internazionali, a differenza dei Ministeri della Giustizia degli altri paesi UE, e anche di molti ministeri italiani (quello della Salute, ad esempio);

  1. non esiste un solo Dirigente impiegato come Esperto Nazionale Distaccato presso la Commissione Europea, Direzione Generale Giustizia, Libertà e Sicurezza, o in altre istituzioni comunitarie;

  1. benché l’art 3.2 della Legge 14 marzo 2005 n. 41[2] stabilisca espressamente che gli assistenti del membro nazionale di Eurojust possano essere nominati tra i dirigenti dell’Amministrazione della Giustizia, nessun dirigente è stato nemmeno interpellato per ricoprire tale funzione;

  1. un programma finanziato dall’Italia del valore di $ 50 milioni per la ricostruzione del sistema giudiziario dell’Afghanistan – tanto che è operante a Kabul dal febbraio 2003 l’Ufficio italiano “Giustizia” – ha visto finora la partecipazione di ben 800 soggetti[3], tra cui magistrati, procuratori, avvocati e poliziotti e persino studenti di giurisprudenza, ma nemmeno di un Dirigente di codesta amministrazione.

  1. I numerosi programmi europei di gemellaggio amministrativo (Phare, Tacis, Meda, Cards, Transition Facility, etc.), nonché le missioni internazionali di cooperazione giudiziaria ed amministrativa (ad es: Euralius, Eujust Lex, etc.) non hanno mai visto il coinvolgimento di Dirigenti dell’Amministrazione della Giustizia.

Le domandiamo in particolare:

  1. perché ad un Dirigente dell’Amministrazione della Giustizia, selezionato un anno fa dal Governo degli Stati Uniti per un periodo di interscambio di sei mesi presso l’amministrazione americana (ove potrebbe imparare preziose tecniche di ‘court management’ da riutilizzare nel nostro sistema giudiziario), non è stata ancora concessa l’autorizzazione a partire, sotto il pretesto di incapienza dei fondi destinati alle missioni all’estero?

  1. perché nessuna risposta, nemmeno negativa, é stata data all’invito diramato dalla Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione in data 2 marzo, a esprimere candidature per il Programma di borse di studio Bellevue, che consentono ogni anno a dirigenti italiani di passare un periodo di lavoro in paesi europei a spese della fondazione tedesca Bosch? E ciò mentre tutte le altre amministrazioni dello Stato hanno espresso almeno un candidato?

  1. perché non è stato diffuso ai dirigenti l’invito del Governo Federale Svizzero, trasmesso per nota diplomatica, a esprimere candidature per il prossimo International Training Course in Security Policy presso il Centro GCSP di Ginevra, al quale un Dirigente di codesto Ministero partecipò con successo già due anni fa?

  1. per quale motivo, ancora oggi, a distanza di quattro anni dalla nostra prima protesta, tutti i bandi di concorso per candidature a posti internazionali vengono diffusi dall’Ufficio II della DG Magistrati, ed indirizzati ai soli “Magistrati in servizio” anche quando la job description richiesta non riguarda affatto, o non esclusivamente, la professionalità tipica dei Magistrati?

Noi riteniamo che il tema degli incarichi internazionali abbia stretta attinenza con la questione degli incarichi che si sta discutendo in questo momento sul tavolo sindacale al Ministero della Giustizia: si tratta cioè di definire il ruolo (che noi ovviamente auspichiamo centrale) del Dirigente all’interno dell’Amministrazione ed offrire pari ed ampie opportunità a tutti i Dirigenti di sviluppare ed approfondire la propria professionalità.

Le saremmo pertanto grati di un suo risolutivo intervento sulla questione, dando così un segnale di considerazione, non formale, verso la Dirigenza del ministero.

Il Segretario Generale

Massimo Fasoli



[1] Verbale di conciliazione del 6 aprile 2004

[2]Concernente “Disposizioni per l’attuazione della decisione 2002/187/GAI del Consiglio dell’Unione europea del 28 febbraio 2002, che istituisce l’Eurojust per rafforzare la lotta contro le forme gravi di criminalità”

[3] Fonte Ministero degli Esteri: http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/Pubblicazioni/pdf/afghanistan.pdf

Al Ministero della Giustizia

Sottosegretario Avv. Luigi Li Gotti

Capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi

Dott. Claudio Castelli


Direttore Generale del personale e della formazione

Dott.ssa Carolina Fontecchia