Comunicato stampa
“DAVVERO GUADAGNIAMO TROPPO?”
Con il blocco del contratto per UNADIS c’è stata la degradazione degli uffici e della funzione dirigenziale. La proposte del sindacato per rilanciare la PA: “diritto all’incarico; interpelli trasparenti; valutazione della performance; creazione di un fondo per la dirigenza; formazione; welfare aziendale; attività di rotazione degli incarichi; reale valorizzazione dello smart working. Chiediamo l’atto di indirizzo e l’apertura del tavolo, altrimenti protestiamo”
“I dirigenti pubblici guadagnano troppo? Bè, con i contratti fermi da quasi dieci anni è davvero incomprensibile che la politica non riesca a incidere sulla valorizzazione della sua classe dirigente e cerchi consenso elettorale, etichettandoci come fannulloni troppo pagati. Lo Stato ha risparmiato dieci miliardi a causa del blocco del contratto. Non erogando risorse per la dirigenza. Adesso vogliamo i nostri soldi. E, inoltre, se non arriva l’atto di indirizzo da Funzione Pubblica, propedeutico all’apertura del tavolo, siamo pronti a mobilitarci”. E’ questo il duro commento di Barbara Casagrande, segretario generale dell’Unadis – Unione nazionale dirigenti dello Stato – durante l’assemblea pubblica “Davvero guadagniamo troppo?” che si è tenuta oggi a Roma, all’Hotel Nazionale in piazza Montecitorio.
“I dirigenti pubblici hanno delle retribuzioni proporzionate al carico di lavoro e alla loro professionalità ma soffrono la presenza di una classe politica che non sa dare risposte e piuttosto che puntare sui meritevoli, punta su persone amiche, spesso chiamate dall’esterno, le quali più che agire per il bene comune agiscono per il “bene” del politico che le ha scelte”.
Per l’Unadis non servono riforme, ce ne sono state già troppe e tutte fallimentari. Serve investire su ciò che di buono già c’è. In tal senso, il sindacato dei dirigenti (che siede a due tavoli di contrattazione: Presidenza del Consiglio dei Ministri e Funzioni Centrali) ha presentato la propria piattaforma contrattuale. Con:
Diritto all’incarico. “Con la netta separazione, prevista dalla vigente normativa, tra attività politica e attività gestionale, individuando sistemi che consentono di evitare che la politica continui a interferire sulla gestione senza, peraltro, avere dirette responsabilità, ormai previste esclusivamente per la dirigenza”;
Maggiore formazione dei dirigenti. “La formazione è un investimento non un costo. Occorre prevedere tre settimane obbligatorie l’anno di formazione”;
Interpelli trasparenti. “Che valorizzino le competenze di ciascuno, secondo procedure comparative e che delineino un percorso di carriera”;
Valutazione della performance. “Basata su elementi oggettivi e non discrezionali. Siamo preoccupati – afferma ancora Casagrande – a causa delle linee guida del 29 dicembre scorso che, tra le altre cose, equiparano nel ciclo della performance le posizioni organizzative agli uffici dirigenziali. E recano indicatori di risultato IMPOSSIBILI da conseguire per la dirigenza di seconda fascia”;
Espressa creazione di un fondo unico per la Dirigenza (previsione e unificazione dei fondi di I e II fascia per la dirigenza, da distribuire secondo criteri generali dettati dal CCNL e meglio definiti nella contrattazione integrativa). “Tra i criteri, la riduzione della forbice retributiva tra aree differenti, anche nell’ottica della rotazione e dell’avvicendamento tra gli incarichi”.
Welfare aziendale. “Occorre potenziare quelli esistenti, prevedendone la fruizione anche per la dirigenza, e aggiungerne altri (assicurazione sanitaria ad esempio)”;
Reale valorizzazione dello smart working.
L’Unadis ha ribadito l’importanza del sindacato della dirigenza, in un momento di profondi attacchi alla categoria. E, in tal senso, nella piattaforma contrattuale già consegnata alla ministra Marianna Madia ha indicato relazioni sindacali con istituti specifici per la dirigenza, dato che – ha concluso Casagrande – preposti con funzioni apicali a uffici pubblici, siamo attenti al miglior andamento della macchina pubblica, di cui siamo responsabili anche degli aspetti organizzativi. È pertanto necessario che le organizzazioni sindacali della dirigenza siano pienamente coinvolte lungo tutto il processo di elaborazione e implementazione delle politiche pubbliche, a tutela dell’interesse generale che siamo chiamati a ricercare”.
Ufficio stampa Unadis
Angela Corica