Riordino delle strutture periferiche del MEF

“Riordino delle strutture periferiche del MEF. Resoconto dell’ultimo incontro”. In riferimento allo schema di provvedimento per l’organizzazione delle strutture periferiche del Ministero dell’Economia e Finanze Cida-Unadis e Dirstat hanno formulato l’allegata proposta di modifica: essa tende a contenere, per quanto possibile, la riduzione del numero degli uffici periferici.

Alle ore 15,00 del 21 gennaio 2008 si è avuto l’incontro su convocazione della Parte pubblica con all’ordine del giorno la discussione sul Regolamento emanando.

La Parte pubblica ha rese note alle Organizzazioni sindacali due modifiche al testo del Regolamento:

1. a) soppressione al numero 8 dell’art. 6 delle parole “ nonché, d’intesa con il dipartimento delle Finanze, formulazione di proposte al Ministro per la definizione dei contenuti dell’atto di indirizzo triennale per la parte relativa alla valorizzazione dei predetti immobili”;

b) modifica del punto c che diventa “definizione delle linee di indirizzo per i paini di cessione degli immobili degli enti pubblici non territoriali”;

c) modifica del punto d) con l’inserimento del termine non statali dopo immobili pubblici.

2. Può essere prevista, nelle sedi provinciali interessate dal processo di riordino, la

permanenza di una delle due articolazioni territoriali ( Presumibilmente all’articolo 25 ).

Di particolare interesse è, poi, la lettura della relazione prodotta dalla parte pubblica, di cui trascriviamo il capo Ulteriori considerazioni sulla riorganizzazione periferica:

“La precedente esperienza dei Dipartimenti provinciali viene abbandonata per una scelta espressa del Legislatore con la prevista costituzione delle ragionerie territoriali dello stato e delle Direzioni territoriali dell’economia e delle finanze.

La chiusura di 40 sedi provinciali, inoltre, rappresenta una valida mediazione tra le esigenze di razionalizzazione, la salvaguardia dei livelli di efficienza e di efficacia nell’assolvimento dei compiti istituzionali e nei servizi resi all’utenza e la minimizzazione degli effetti sul personale dipendente. E, in ogni caso, rappresenta una ragionevole soluzione di compromesso, anche rispetto a quanto definito dal legislatore ( art. 1, commi 426-429, legge 27 dicembre 2006, n. 296 ).

Pertanto, la scelta di costituire un ufficio unico in ogni sede provinciale, non solo andrebbe contro quanto previsto dalla norma e genererebbe confusioni organizzative in merito alla dipendenza dai dipartimenti, ma ricondurrebbe la riforma ad un mero progetto di razionalizzazione degli spazi unificando fisicamente le sedi, laddove già non siano nel medesimo stabile.

Occorre inoltre evidenziare che per quanto riguarda le Direzioni Provinciali dei servizi vari, le attività istituzionali rivolte ai cittadini, anche per effetto del trasferimento delle competenze all’INPS in materia di invalidità civile, rappresentano ormai una parte effettivamente marginale e residuale dell’attività, e che la parte più rilevante dell’attività riguarda funzioni strumentali di auto-amministrazione ( personale, logistica, servizi generali… ) e funzioni che con l’ausilio delle tecnologie informatiche, oggi, possono essere svolte dalle amministrazioni fruitrici o, in alternativa, dal personale delle sedi riceventi, comunque, senza la necessità di un presidio territoriale. Infatti circa il 60% del personale svolge attività di autofunzionamento e di gestione stipendi.

Medesime considerazioni potrebbero essere effettuate per le ragionerie provinciali le cui attività principali sono riconducibili a controlli a priori e a posteriori su atti amministrativi.

Per quanto riguarda, infine, la ricollocazione del personale si cercherà il più possibile di mantenere i dipendenti presso altre Amministrazioni che operano nel medesimo ambito provinciale. Sono stati già avviati contatti in tal senso anche tramite la Funzione Pubblica e, ove ciò con sia possibile, il personale rimarrebbe comunque nel Ministero presso altre sedi selezionate al fine di minimizzare le distanze ed i tempi di percorrenza. Le modalità e i criteri con cui attuare le procedure di mobilità saranno naturalmente discussi con le OO.SS. Le sedi interessate saranno individuate nell’ambito dell’elenco delle 58 già inviato alla Funzione Pubblica che è stato redatto tenendo conto dei criteri previsti nelle linee guida emanate dalla Presidenza del Consiglio, attribuendo un peso maggiore alla consistenza di personale ed ai collegamenti mediante trasporto pubblico locale, in modo da limitare il più possibile il disagio. Le OO.SS. saranno pienamente informate prima dell’emanazione del D.M. previsto dal regolamento.”

Evento citato da CIDA-UNADIS per contrastare l’indifferenza politica: recente decentramento alle SEDI Periferiche di nuove competenze in materia di usura, riciclaggio e progetto “tessera sanitaria”.

Le Organizzazioni sindacali hanno tutte ribadito i propri giudizi negativi.

CIDA Unadis prende atto, come reso noto per gli incontri precedenti, della impossibilità di un reale confronto sulle osservazioni formulate dalle Organizzazioni sindacali. Le modifiche proposte dalla Parte pubblica al testo originario del regolamento sono determinate esclusivamente da esigenze interne alla medesima Parte pubblica, senza possibilità di dialogo e/o confronto.

L’unica ragione di permanenza della nostra Organizzazione al tavolo di discussione ( per ora non di trattativa ) è la necessità di esperire ogni tentativo per la ricerca di soluzioni, anche eccezionali, in sede di attuazione del Regolamento.

LA SEGRETERIA NAZIONALE

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Post scriptum:
In riferimento allo schema di provvedimento per l’organizzazione delle strutture periferiche del Ministero dell’Economia e Finanze Cida-Unadis e Dirstat hanno formulato l’allegata proposta di modifica: essa tende a contenere, per quanto possibile, la riduzione del numero degli uffici periferici.

Riordino del Mef. La proposta di Cida-Unadis