Gli ex incaricati delle Agenzie reggono il Fisco in Italia ma sono pronti a incrociare le braccia dopo aver proclamato lo stato di agitazione e lo sciopero il 30 giugno. Ecco per la prima volta i veri numeri alle Agenzie, ovvero chi fa funzionare la macchina fiscale (su un organico di 995 posti, 690 sono ex incaricati) che dicono: “il 30 giugno scadono non solo gli adempimenti fiscali ma anche la nostra pazienza”
L’incarico del nuovo direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, inizia con una grande questione irrisolta: il ruolo degli ex incaricati di funzioni dirigenziali alle Agenzie Fiscali. Lo scorso mercoledì gli 800 funzionari, guidati dal sindacato Unadis (Unione nazionale dirigenti dello Stato), di cui è segretario generale Barbara Casagrande, hanno dichiarato lo stato di agitazione e lo sciopero, previsto per il 30 giugno, in concomitanza con la scadenza di alcuni adempimenti fiscali come Iva e Irpef. Ma adesso chiedono al futuro direttore di impegnarsi a trovare una soluzione che valorizzi le loro competenze e non le sfrutti, alimentando lo spettro del precariato e facendogli guidare uffici con 100 persone a basso costo.
La situazione degli ex incaricati – i cui incarichi da dirigente sono decaduti a seguito della sentenza del 2015 della Corte Costituzionale – dimostra non solo l’incapacità della politica a trovare una soluzione ma anche una certa schizofrenia del governo che nella tanto propagandata Riforma della dirigenza pubblica (poi bocciata dalla Consulta) affermava la valorizzazione delle competenze e delle esperienze professionali maturate nella gestione manageriale della cosa pubblica come fondamentali per i meccanismi di carriera dei funzionari; dall’altro canto, però, quando serviva tenere conto delle esperienze sul campo, del merito, della carriera di alcuni funzionari che la loro competenza l’hanno dimostrata , ha preferito girarsi dall’altra parte e trovare soluzioni tampone come le POT (Posizioni organizzative temporanee), nuovamente prorogate nella “manovrina” fiscale approvata ieri dal Senato.
In Europa la tendenza è proprio quella seguita in questi 15 anni dalle Agenzie Fiscali, ovvero premiare chi ha fatto esperienza e agevolare le progressioni di carriera. L’Italia è molto indietro rispetto alla selezione della sua classe dirigente.
Dal primo luglio, inoltre – e come se non bastasse – entreranno a far parte del settore pubblico oltre 8mila lavoratori privati provenienti da Equitalia, ovviamente senza alcun concorso pubblico di accesso alla PA, nemmeno per funzionari e sotto il silenzio complice generale. “Chi sono gli “illegittimi”?” Si chiedono gli 800 incaricati che invece hanno superato il concorso per diventare funzionari; sono per la gran parte in possesso di abilitazioni professionali ed hanno guidato la macchina fiscale per tantissimo tempo? Barbara Casagrande, chiede a Ruffini di “salvare la macchina fiscale”. Ecco, i numeri del personale dirigente all’Agenzia delle Entrate:
AGENZIE DELLE ENTRATE
POSIZIONI DIRIGENZIALI DI 2^ FASCIA IN ORGANICO |
995 |
POSIZIONI DIRIGENZIALI DI 2^ FASCIA ATTIVE |
953 |
DIRIGENTI DI RUOLO IN SERVIZIO |
280 |
ESTERNI INCARICATI |
22 |
DIRIGENTI DI RUOLO DI PROSSIMA QUIESCENZA |
45 |
POSIZIONI DIRIGENZIALI SCOPERTE AL 31.12.2017 |
696 |
EX INCARICATI CON OLTRE 36 MESI DI INCARICO DIRIGENZIALE |
690 |
Situazione analoga nell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dove su 254 posizioni dirigenziali attive sono in servizio soltanto 109 dirigenti di ruolo, con 145 posizioni scoperta a fronte di 92 ex incaricati che hanno svolto le funzioni dirigenziali per oltre 36 mesi.
Angela Corica – Ufficio stampa Unadis
Si riportano le iniziative Unadis riprese dalla stampa in questi giorni:
Italia Oggi: https://www.italiaoggi.it/solofisco/solofisco_dett.asp?id=201706151123289533&titolo=Nuove%20nomine%20alle%20entrate
Il Messaggero: Scarica l’articolo in PDF