Unadis scrive, Federmanager risponde

Il Presidente di Federmanager – la più grossa federazione della Cida conferma aMassimo fasoli la stima dei dirigenti privati per i colleghi del pubblico impiego dopo alcune incaute dichiarazioni di esponenti federmanager riprese con grande rilievo dalla stampa.

L’amico Lo Bianco mi segnala un articolo a pagina 4 di Sole 24 ore di ieri 7 novembre, nel quale c’è un resoconto di una manifestazione di protesta del giorno precedente a Milano di Federmanager – la più grossa federazione della Cida – contro la finanziaria per 2007. L’articolista riporta tra virgolette una parte dell’intervento del collega Zeme (dirigente privato settantasettenne, ovviamente in pensione) che, tra l’altro, dice: “Voglio almeno sapere che i miei quattrini non vanno sprecati, ma servono a fornire servizi efficienti ai cittadini. Cosa che non avviene. La Pubblica Amministrazione, dove si annidano i veri privilegi, non fa niente per riorganizzarsi e tagliare le spese. Anzi…” Lo Bianco conclude la mail con un interrogativo: “Se questo fosse il pensiero dominante me lo dici cosa ci stiamo a fare nella Cida? Non sarebbe il caso di promuovere un confronto franco tra la Federazione fp e la Confederazione?

La mia prima risposta sta nel rendere disponibile a tutti la relazione di Lazzati, Presidente di Federmanager, nella quale solo sul finire della  pagina 6 si trova un diretto riferimento critico alla Pubblica Amministrazione che riporto testualmente: “Occorre una profonda riforma della Pubblica Amministrazione che va ammodernata, va resa coerente con le attese dei cittadini e dei produttori; va affermata una vera meritocrazia, vanno introdotti meccanismi contrattuali in grado di portare la stessa mobilità e la stessa flessibilità che esistono nel settore privato.”

Come dare torto a Lazzati?

Che nella testa dei cittadini, dei convegnisti e dei manifestanti possa albergare e alberghi diffusamente un pregiudizio negativo nei confronti della P.A.è cosa risaputa e tutto sommato normale dal momento che noi stessi siamo convinti e sicuri che nelle PP.AA. vi siano sprechi, incoercibili fannullaggini, favoritismi anche vergognosi, ma da qui a scambiare il pensiero di Federmanager con lo sproloquio di Zeme (pensionato a 45.000 euro annui lordi), ce ne passa. E tuttavia, fossimo noi dirigenti pubblici in pensione al posto di Zeme a dover subire la rimodulazione delle aliquote e, in più, il contributo di solidarietà del 3% cosa diremmo neri confronti del Governo e della stessa nostra Pubblica Amministrazione?

Il problema è di ordine culturale in parte fondato su dati oggettivi.

Ho letto vari articoli sulla manifestazione di Milano (n.d.r.: 2.800 partecipanti!) e il colorista del Sole tra tutti gli interventi ha dato grande risalto a quello del collega Zeme , perché, appunto, fa colore. Sulla stessa linea, magari con maggiore eleganza, è il vice direttore vicario del medesimo giornale, Gianfranco Fabi, che questa settimana conduce la rubrica Prima Pagina in onda alle ore 7.00 su Rai 3 (radio) e degli ascoltatori che intervengono in linea dopo le 8.00. L’uno e gli altri battono sul tasto dei Ccnl e delle risorse a pioggia, quale sintomo perverso delle nicchie di favore dei dirigenti e degli impiegati pubblici: essi (Zeme, Fabi, ascoltatori Rai ed altri)  non sanno o fingono di non sapere (assai grave per Fabi) che i Ccnl imboccano la dirittura d’arrivo a quadriennio in via di conclusione e che le risorse disponibili coprono l’inflazione programmata e, a mala pena, parte del differenziale tra la programmata e la reale. Quindi i Ccnl a fatica difendono  – e con grave ritardo – il potere di acquisto dei salari. Le inutili domande ai vari prevenuti sono: “In virtù di cosa queste risorse dovrebbero, invece, essere dirottate per la remunerazione della produttività, del merito, della responsabilità e del rischio? I dirigenti (e gli impiegati pubblici in generale) hanno o no diritto a difendere il loro salario?”

Come si vede la strada è lunga e irta di ostacoli, ma a noi piace misurarci con le difficoltà.

Perché sto e stiamo nella Cida? Proprio per realizzare il cambiamento a soddisfazione  degli interrogativi retorici di cui sopra. In altre organizzazioni, radicalmente ostili alla dirigenza, ciò non è possibile e neppure pensabile.

Cominciamo col darci una mossa il 14 novembre al Teatro Valle in Roma dove a partire dalle ore 10.00 c’è la manifestazione di protesta di Cida-Confedir-Cosmed-Cuq contro la finanziaria e provvedimenti collegati!!

Massimo Fasoli
Segretario Generale della Cida-Unadis
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IL Presidente di Federmanager risponde a Massimo Fasoli
Da: Presidente federmanager.it
Inviato: giovedì 9 novembre 2006 11.28
A: unadis
Oggetto: R: Federmanager – Cida – Pubblico impiego

Caro Collega,

non posso che condividere le sue considerazioni e voglio assicurarLe che Zeme non intendeva, anche se ha usato espressioni generanti equivoci, considerare negligenti i dirigenti e i quadri della Pubblica Amministrazione vittime prime di un sistema politico incapace, forse volutamente, di premiare veramente il merito, la produttività ed il sacrificio dei manager pubblici.

Vorrei quindi confermarLe tutta la stima di Federmanager per il lavoro che, molto spesso in condizioni difficili, svolgete a favore di tutti noi cittadini.

Con viva cordialità

Edoardo Lazzati